“Tre musiciste, tre donne, tre signore con l’argento vivo addosso”
Una storia di suoni e parole.
Chi siamo
La forza delle donne
La storia delle Capinere, è una storia che appartiene a tutti. Variegata senza ombra di dubbio ma una storia che, imperterrita continua nel tempo …
Per il Trio le Capinere tutto è iniziato da una gran voglia di portare avanti le passioni e di realizzare in qualsiasi modo, i propri sogni!
Tre musiciste, tre donne assolutamente diverse,
tre “signore indiavolate” un giorno qualunque si sono incontrate e nei giorni a venire, si sono soprattutto raccontate…
Sara, Fabiola e Maria Letizia sono autentiche “seduttrici inconsapevoli ” perché durante ogni singola recita, affidano tutto il loro cuore alle cure del pubblico, narrando a modo loro d’Amore e di Bellezza.
“Tre musiciste, tre donne, tre signore con l’argento vivo addosso“
Una storia di suoni e parole.
Chi siamo
La forza delle donne
La storia delle Capinere, è una storia che appartiene a tutti.
Variegata senza ombra di dubbio ma una storia che,
imperterrita continua nel tempo …
Per il Trio le Capinere tutto è iniziato da una gran voglia di portare avanti le passioni e di realizzare in qualsiasi modo, i propri sogni!
Tre musiciste, tre donne assolutamente diverse,
tre “signore indiavolate” un giorno qualunque si sono incontrate e nei giorni a venire, si sono soprattutto raccontate…
Sara, Fabiola e Maria Letizia sono autentiche “seduttrici inconsapevoli ” perché durante ogni singola recita, affidano tutto il loro cuore alle cure del pubblico, narrando a modo loro d’Amore e di Bellezza.
Musicista
Fabiola Battaglini
Così, tra er sussurro der vento e quello der mare, pure er sole se fa complice de tutta st’armonia e zitto zitto smorza la luce e se ne va via.
Spettacoli.
Spettacoli.
Recensioni.
La bellezza del nostro lavoro è nell’entrare in contatto col pubblico, sentirlo vibrare con noi nel fluire dei suoni e dei versi. La bellezza del nostro lavoro è nel poter leggere le stesse vibrazioni nello scorrere di una penna che ci recensisce. Grazie.
Recensione di Sul Bel Mediterraneo Blu…
di Cristina Gazzellini
Un teatro Traiano gremito ha brindato simbolicamente al 2020 mercoledì pomeriggio sulle note dei più bei valzer della tradizione austriaca. Il concerto di Capodanno della Fondazione Cariciv e del Comune è stato un successo che ha superato anche le più rosee aspettative degli organizzatori.
Promossa a pieni voti la direzione artistica affidata per questa edizione alla violinista civitavecchiese Maria Letizia Beneduce, che insieme al trio Le Capinere ha affascinato il pubblico. Un pubblico numeroso che sul finale ha tributato una vera e propria standing ovation chiedendo a gran voce il bis con l’immancabile Marcia di Radetzky e il frizzante “Tace il labbro” di Franz Lehar.
“Non posso che ringraziare Gabriella Sarracco e il sindaco Ernesto Tedesco che mi hanno dato personalmente fiducia. La risposta più grande – ha commentato ieri la violinista civitavecchiese – l’ha data il pubblico di Civitavecchia. Vedere tutto il Traiano pieno ha ripagato tutti degli sforzi fatti ai tanti professionisti che hanno preso parte a questo progetto, spesso per il solo amore della città. Noi artisti lavoriamo ogni giorno per questo. Viviamo per questo. Abbiamo voluto mandare un messaggio forte quest’anno con l’utilizzo di una orchestra giovanile, l’orchestra del Trasimeno diretta dal maestro Silvio Bruni. Spero quanto fatto sia di stimolo a tantissimi giovani per avvicinarsi alla musica e all’arte. Il nostro Paese è la culla del bello artistico e va tutelato”.
“Eravamo sicuri che affidandoci a Maria Letizia Beneduce e al trio le Capinere – ha detto anche la presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco – non saremmo rimasti delusi. Anzi credo la risposta del pubblico sia la migliore conferma. Abbiamo dei grandissimi talenti locali e cercheremo sempre di più di metterli in evidenza”. A presentare l’evento è stata Jorida Labinoti, le scenografie sono state realizzate da Patrizia Fiorucci e Graphis Studio, i costumi dall l’associazione Ostregatto di Fabiola Fanciulli, le trascrizioni musicali a cura di Marta Polimadei, il service di Egidio Virgili, il montaggio video a Pietro Giorgetti e la grafica affidata alla storica tipografia Etruria.
Recensione di VARIEGATO
di Perugia Today
Al Teatro dell’Accademia di Tuoro un evento che più “variegato” non si può, in quanto composto da affabulazione, canto, parole, musica e simpatia.
Al Teatro dell’Accademia di Tuoro, spopola il Trio Le Capinere nello spettacolo “Variegato”. Un evento che più “variegato” non si può, in quanto composto da affabulazione, canto, parole, musica… simpatia. Lode al direttore artistico Gianfranco Zampetti, pubblicamente ringraziato dalle tre straordinarie musiciste e cantanti, polistrumentiste, capaci di una brillante e complice interlocuzione col pubblico torreggiano, massicciamente accorso al richiamo della stagione teatrale che prende i giri di anno in anno. Sembrava una pia illusione, quella del sindaco Patrizia Cerimonia: l’ambizione di portare a teatro i cittadini, che hanno invece risposto positivamente, all’unisono con i diversi perugini i quali dimostrano apprezzamento per una stagione di qualità.
Lo spettacolo accompagna lo spettatore attraverso un arco cronologico che parte dagli anni Venti per dipanarsi fino ai Cinquanta. Una rassegna non solo musicale, ma anche culturale e antropologica che propone da “Parlami d’amore Mariù”, a “Voglio vivere così”, da “Mille lire al mese” a “Ma le gambe”, da “Malafemmena” a “Nina se voi dormite”, da “Non ti scordar di me” a “Tu vuo’ fa l’americano”.
Carrellata punteggiata da cambi d’abito della cantante Sara Cresta, mezzo soprano lirico e swing woman. Con la solida Fabiola Battaglini che passa con disinvoltura dalla fisarmonica alle percussioni, dal pianoforte al vibrafono.
Dea ex machina Maria Letizia Beneduce (violino, viola, contrabbasso, mandolino) ricca di spirito e seduzione, narratrice egregia, irresistibile nei momenti di comicità, ma persuasiva anche quando sfodera riflessività, ricordi, affetti, declinati in una dimensione di sensibilità tutta femminile. “Variegato”, dunque, uno spettacolo che potrebbe degnamente figurare anche in altri piccoli teatri, come il Mengoni di Magione, quello di Corciano, di Marsciano e altri. Una riflessione che giriamo ai responsabili dello Stabile.
Recensione di VARIEGATO
del M° Lorenzo Tozzi
Capita di rado di assistere in un piccolo spazio scenico ad un lavoro così ben strutturato e vario come questo “Variegato” presentato dal Trio “rosa” Le Capinere in una sala della Cittadella della Musica di Civitavecchia. Il titolo neutro non allude ad uno screziato gusto di gelato. Si capisce invece, strada facendo, che si tratta del più antico e fascinoso dei sentimenti evocato nelle sue molte sfaccettature.
L’amore, appunto, misterioso, cantato e recitato in tutte le sue mille iridescenti sfumature: croce e delizia, gioia e dolore. Anima della produzione (ed una vera sorpresa per chi la conosce solo come valida violinista di salda preparazione classica ceciliana) è Maria Letizia Beneduce, che non solo si rivela artista eclettica (polistrumentista, cantante, sorprendente attrice al naturale, danzatrice) ma è anche autrice del testo che tiene collegate le diverse canzoni vintage dagli anni Venti ai Sessanta (da Malafemmena di Totò a Violino zigano, da Non ti scordar di me a Tu vuo’ fa l’americano dell’indimenticabile Carosone) e responsabile della drammaturgia che giudiziosamente evita il pericolo di una banale passerella canora.
Accanto a lei sul palco sono Fabiola Battaglini, altra duttile polistrumentista di apprezzabile esperienza (fisarmonica, percussioni e voce) ed il soprano lirico Sara Cresta nei panni di una sciantosa d’antan. Non mancano immagini filmate che evocano ricordi, sentimenti, nostalgie, ritorni. Tutto funziona però a dovere come in un organismo ben oleato (cambi di atmosfere, costumi, passerelle) sino ad un colorito côté sudamericano nel finale. Non manca al centro una lunga e quasi accorata tirata sull’amore (in un certo senso è il clou della serata) ed un invito a lasciarsi andare all’amore, con una analisi a tutto
tondo del più misterioso ed irrazionale dei sentimenti.
Indubbio tuttavia il buon gusto che tiene uniti i diversi quadri musicali, sempre ben arrangiati ed eseguiti con bravura e naturalezza, di uno spettacolo che si dimostra già di classe, piacevole e leggero ma non certo superficiale.
Uno spettacolo vero, naturale, come lo spirito che anima il singolare trio al femminile delle Capinere e la sua anima Maria Letizia, un vero vulcano di idee dalle molte valenze. Alla ricerca di messaggi semplici ma sinceri. Ed è proprio la sincerità di accenti infatti la qualità migliore e più apprezzabile della piacevole serata. Variegata al punto giusto, per divertirsi ma anche per riflettere.
Recensione di VARIEGATO
di Enzo Sorbera
Divertente e spiritoso lo spettacolo di ieri sera al teatro di Città della Pieve.
Un “Varietà di suoni e di parole” presentato e condotto con un ritmo assai sostenuto da “Le Capinere”, tre magnifiche strumentiste. Praticamente è stata l’esibizione di un trio di virtuose, capaci di passare con disinvoltura da “Parlami d’amore, Mariù”, attraverso “Voglio vivere così”, “Non ti scordar di me”, “Violino tzigano” e su fino a “Perduto amore” con arrangiamenti interessanti per quello che – da lontano – mi è sembrato un vibrafono (la differenza con lo xilofono è assai sottile e lo strumento non si vedeva molto bene da dove ero) e combinazioni inusuali di fisarmonica e violino. La stessa scenografia, curatissima e raffinata, utilizzava sfondi con dipinti famosissimi (il “Nudo rosso” di Modigliani ad es.) ma che è stato difficile “gustare” per via del ritmo indiavolato che le tre signore hanno imposto alla loro performance, un ritmo che magnetizzava l’attenzione.
La parte centrale, dedicata al tango, è stata l’occasione per scatenarsi con una serie di trovate ironiche (e autoironiche) davvero molto divertenti e intelligenti. Mi è piaciuto molto anche il rimando tra schermo (mentre si svolgeva lo spettacolo, sono state proiettate scene girate in bianco e nero con la narratrice come protagonista) e scena. Gli applausi costanti del pubblico sottolineavano una partecipazione davvero sentita.
Spero di aver modo di rivederle presto.
Recensione di EXCALIBUR
di Fabio Nori
Un concerto fuor dell’ordinario per originalità ed elevatissimi contenuti artistici e professionali ha decretato la chiusura della 7^ edizione della rassegna “Musica al Castello” tra gli applausi a scena aperta del pubblico che si è prodotto in una standing ovation tributato all’indirizzo di una formazione musicale, il Trio “Le Capinere” che ha dato vita ad un concerto rappresentato dal titolo “Excalibur e la storia continua”, presso il Palazzo Torlonia – Borgo di Ceri.
Preceduto dal successo del concerto d’apertura ad opera dell’Orchestra Mandolinistica Romana, questo secondo appuntamento è stato accolto con curiosità per la particolarità della sua strutturazione che ha messo insieme, all’interno della cornice leggendaria di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, un mix di immagini, recitazione, musica, canto e cambi di costume con il fine ultimo di raccontare il sentimento amoroso che non finisce mai di essere fonte di gioia, travagli, sofferenze malgrado lo scorrere dei secoli.
Il concerto rappresentato è il frutto dell’ingegno di una delle tre Capinere, Maria Letizia Beneduce, coadiuvata negli arrangiamenti musicali dalle altre due Capinere: Fabiola Battaglini e Sara Cresta, coordinate nell’assemblaggio della rappresentazione dalla sapiente regia di Pietro Giorgetti e dall’assistente di scena Margherita Sanchini.
Il risultato di questa performance musicale, teatrale, canora ha colto quasi di sorpresa il pubblico, che è stato subito catturato sia dai costumi, sia dalle recitazioni in immagini e in viva voce, sia, soprattutto, dai contenuti artistici che sono stati magistralmente interpretati dalle tre Capinere: Maria Letizia Beneduce che con il suo violino e la sua viola ha dato voce ora struggente di passione ora intimistica e sofferente alle gioie e ai travagli d’amore; Fabiola Battaglini che al suono gentile del clavicembalo, del pianoforte e della fisarmonica ha esaltato e dato spessore ritmico e sonoro a tutto lo spettacolo; da Sara Cresta, la voce del trio, che nella magnifica esecuzione dei brani cantati ha suscitato coinvolgimento e intense suggestioni, suggellate dai più che meritati applausi degli spettatori.
“Excalibur: e la storia continua… è stato un concerto teatralizzato che ha proiettato il pubblico in una esperienza emotiva ricca di suggestioni e colpi di scena inattesi. A conclusione della serata, il messaggio sentimentale, principale protagonista della messa in scena, ha avuto, nella eccellente e intensa recitazione finale di Maria Letizia Beneduce, il compito di mostrare al pubblico che i sentimenti pur manifestandosi in epoche diverse resteranno sempre gli stessi ed il viverli nel suo significato più profondo di armonia e bellezza non potrà che rendere migliori le relazioni tra le persone e con il creato.
Alla fine dello spettacolo, pubblico tutto in piedi in una standing ovation a mostrare la soddisfazione e la condivisione con tutto ciò che le artiste, musicalmente e teatralmente, hanno voluto comunicare.
Quella di domenica è stata, certamente, un’esperienza indimenticabile. Grande la soddisfazione degli organizzatori della rassegna, La Baronia di Cerveteri e Castello di Ceri, per l’ottima riuscita della manifestazione ed il successo di pubblico e di critica.
Nel dopo concerto l’Associazione “La Baronia di Cerveteri” ha offerto al pubblico una degustazione di vino e gustose specialità realizzate con ricette medievali, molto apprezzate dal pubblico.
Bravi tutti
Recensioni.
La bellezza del nostro lavoro è nell’entrare in contatto col pubblico, sentirlo vibrare con noi nel fluire dei suoni e dei versi. La bellezza del nostro lavoro è nel poter leggere le stesse vibrazioni nello scorrere di una penna che ci recensisce. Grazie.
Recensione di VARIEGATO
del M° Lorenzo Tozzi
Capita di rado di assistere in un piccolo spazio scenico ad un lavoro così ben strutturato e vario come questo “Variegato” presentato dal Trio “rosa” Le Capinere in una sala della Cittadella della Musica di Civitavecchia. Il titolo neutro non allude ad uno screziato gusto di gelato. Si capisce invece, strada facendo, che si tratta del più antico e fascinoso dei sentimenti evocato nelle sue molte sfaccettature.
L’amore, appunto, misterioso, cantato e recitato in tutte le sue mille iridescenti sfumature: croce e delizia, gioia e dolore. Anima della produzione (ed una vera sorpresa per chi la conosce solo come valida violinista di salda preparazione classica ceciliana) è Maria Letizia Beneduce, che non solo si rivela artista eclettica (polistrumentista, cantante, sorprendente attrice al naturale, danzatrice) ma è anche autrice del testo che tiene collegate le diverse canzoni vintage dagli anni Venti ai Sessanta (da Malafemmena di Totò a Violino zigano, da Non ti scordar di me a Tu vuo’ fa l’americano dell’indimenticabile Carosone) e responsabile della drammaturgia che giudiziosamente evita il pericolo di una banale passerella canora.
Accanto a lei sul palco sono Fabiola Battaglini, altra duttile polistrumentista di apprezzabile esperienza (fisarmonica, percussioni e voce) ed il soprano lirico Sara Cresta nei panni di una sciantosa d’antan. Non mancano immagini filmate che evocano ricordi, sentimenti, nostalgie, ritorni. Tutto funziona però a dovere come in un organismo ben oleato (cambi di atmosfere, costumi, passerelle) sino ad un colorito côté sudamericano nel finale. Non manca al centro una lunga e quasi accorata tirata sull’amore (in un certo senso è il clou della serata) ed un invito a lasciarsi andare all’amore, con una analisi a tutto
tondo del più misterioso ed irrazionale dei sentimenti.
Indubbio tuttavia il buon gusto che tiene uniti i diversi quadri musicali, sempre ben arrangiati ed eseguiti con bravura e naturalezza, di uno spettacolo che si dimostra già di classe, piacevole e leggero ma non certo superficiale.
Uno spettacolo vero, naturale, come lo spirito che anima il singolare trio al femminile delle Capinere e la sua anima Maria Letizia, un vero vulcano di idee dalle molte valenze. Alla ricerca di messaggi semplici ma sinceri. Ed è proprio la sincerità di accenti infatti la qualità migliore e più apprezzabile della piacevole serata. Variegata al punto giusto, per divertirsi ma anche per riflettere.
Recensione di VARIEGATO
di Enzo Sorbera
Divertente e spiritoso lo spettacolo di ieri sera al teatro di Città della Pieve.
Un “Varietà di suoni e di parole” presentato e condotto con un ritmo assai sostenuto da “Le Capinere”, tre magnifiche strumentiste. Praticamente è stata l’esibizione di un trio di virtuose, capaci di passare con disinvoltura da “Parlami d’amore, Mariù”, attraverso “Voglio vivere così”, “Non ti scordar di me”, “Violino tzigano” e su fino a “Perduto amore” con arrangiamenti interessanti per quello che – da lontano – mi è sembrato un vibrafono (la differenza con lo xilofono è assai sottile e lo strumento non si vedeva molto bene da dove ero) e combinazioni inusuali di fisarmonica e violino. La stessa scenografia, curatissima e raffinata, utilizzava sfondi con dipinti famosissimi (il “Nudo rosso” di Modigliani ad es.) ma che è stato difficile “gustare” per via del ritmo indiavolato che le tre signore hanno imposto alla loro performance, un ritmo che magnetizzava l’attenzione.
La parte centrale, dedicata al tango, è stata l’occasione per scatenarsi con una serie di trovate ironiche (e autoironiche) davvero molto divertenti e intelligenti. Mi è piaciuto molto anche il rimando tra schermo (mentre si svolgeva lo spettacolo, sono state proiettate scene girate in bianco e nero con la narratrice come protagonista) e scena. Gli applausi costanti del pubblico sottolineavano una partecipazione davvero sentita.
Spero di aver modo di rivederle presto.
Recensione di EXCALIBUR
di Fabio Nori
Un concerto fuor dell’ordinario per originalità ed elevatissimi contenuti artistici e professionali ha decretato la chiusura della 7^ edizione della rassegna “Musica al Castello” tra gli applausi a scena aperta del pubblico che si è prodotto in una standing ovation tributato all’indirizzo di una formazione musicale, il Trio “Le Capinere” che ha dato vita ad un concerto rappresentato dal titolo “Excalibur e la storia continua”, presso il Palazzo Torlonia – Borgo di Ceri.
Preceduto dal successo del concerto d’apertura ad opera dell’Orchestra Mandolinistica Romana, questo secondo appuntamento è stato accolto con curiosità per la particolarità della sua strutturazione che ha messo insieme, all’interno della cornice leggendaria di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, un mix di immagini, recitazione, musica, canto e cambi di costume con il fine ultimo di raccontare il sentimento amoroso che non finisce mai di essere fonte di gioia, travagli, sofferenze malgrado lo scorrere dei secoli.
Il concerto rappresentato è il frutto dell’ingegno di una delle tre Capinere, Maria Letizia Beneduce, coadiuvata negli arrangiamenti musicali dalle altre due Capinere: Fabiola Battaglini e Sara Cresta, coordinate nell’assemblaggio della rappresentazione dalla sapiente regia di Pietro Giorgetti e dall’assistente di scena Margherita Sanchini.
Il risultato di questa performance musicale, teatrale, canora ha colto quasi di sorpresa il pubblico, che è stato subito catturato sia dai costumi, sia dalle recitazioni in immagini e in viva voce, sia, soprattutto, dai contenuti artistici che sono stati magistralmente interpretati dalle tre Capinere: Maria Letizia Beneduce che con il suo violino e la sua viola ha dato voce ora struggente di passione ora intimistica e sofferente alle gioie e ai travagli d’amore; Fabiola Battaglini che al suono gentile del clavicembalo, del pianoforte e della fisarmonica ha esaltato e dato spessore ritmico e sonoro a tutto lo spettacolo; da Sara Cresta, la voce del trio, che nella magnifica esecuzione dei brani cantati ha suscitato coinvolgimento e intense suggestioni, suggellate dai più che meritati applausi degli spettatori.
“Excalibur: e la storia continua… è stato un concerto teatralizzato che ha proiettato il pubblico in una esperienza emotiva ricca di suggestioni e colpi di scena inattesi. A conclusione della serata, il messaggio sentimentale, principale protagonista della messa in scena, ha avuto, nella eccellente e intensa recitazione finale di Maria Letizia Beneduce, il compito di mostrare al pubblico che i sentimenti pur manifestandosi in epoche diverse resteranno sempre gli stessi ed il viverli nel suo significato più profondo di armonia e bellezza non potrà che rendere migliori le relazioni tra le persone e con il creato.
Alla fine dello spettacolo, pubblico tutto in piedi in una standing ovation a mostrare la soddisfazione e la condivisione con tutto ciò che le artiste, musicalmente e teatralmente, hanno voluto comunicare.
Quella di domenica è stata, certamente, un’esperienza indimenticabile. Grande la soddisfazione degli organizzatori della rassegna, La Baronia di Cerveteri e Castello di Ceri, per l’ottima riuscita della manifestazione ed il successo di pubblico e di critica.
Nel dopo concerto l’Associazione “La Baronia di Cerveteri” ha offerto al pubblico una degustazione di vino e gustose specialità realizzate con ricette medievali, molto apprezzate dal pubblico.
Bravi tutti
Produzioni.
Perché siamo musiciste e conosciamo direttamente le esigenze necessarie per andare in scena. Perché siamo abbastanza attempate da avere una buona dose di esperienza e sappiamo quali sono i percorsi tortuosi da intraprendere per conquistarsi un metro di palcoscenico.
Siamo una produzione perché sappiamo essere protagoniste quando ci compete, ma amiamo talmente tanto l’arte e la musica da metterci da parte per non smettere mai d’imparare, accendere i riflettori su tutti coloro che hanno un buon progetto e hanno scelto o sceglieranno di percorrere con noi l’unico importante obiettivo: divulgare la bellezza dell’arte e offrirla onestamente al pubblico.[…siamo tre donne, tre madri, tre mogli e se siamo in grado di portare avanti una famiglia, possiamo tentare di farlo anche con una “compagnia teatrale…”]Il Trio le Capinere si è sempre autoprodotto, non per presunzione ma per questa semplice “battuta” venuta fuori spontaneamente durante una delle tante recite di Variegato.
Perciò nulla togliendo alle prestigiose agenzie, per noi produrre, promuovere e/o organizzare eventi musicali, non è stata una scelta ma una conseguenza che ha risposto ad una richiesta di cari amici e colleghi.
Ad allargare i confini delle nostre competenze poi, ci hanno pensato altri amici e vale a dire professionisti nel campo della comunicazione digitale, fotografi, registi, costumisti, fonici, tecnici, commercialisti, critici d’arte, scrittori, giornalisti e tanti altri che, con grande entusiasmo, hanno accolto il nostro invito a far parte della famiglia delle Capinere!
Cosa ci guadagnamo?
Una possibilità in più per andare in scena… e per noi non è poco!!
Per informazioni contattaci al numero +39 328 324 0228
Produzioni.
Perché siamo musiciste e conosciamo direttamente le esigenze necessarie per andare in scena. Perché siamo abbastanza attempate da avere una buona dose di esperienza e sappiamo quali sono i percorsi tortuosi da intraprendere per conquistarsi un metro di palcoscenico.
Siamo una produzione perché sappiamo essere protagoniste quando ci compete, ma amiamo talmente tanto l’arte e la musica da metterci da parte per non smettere mai d’imparare, accendere i riflettori su tutti coloro che hanno un buon progetto e hanno scelto o sceglieranno di percorrere con noi l’unico importante obiettivo: divulgare la bellezza dell’arte e offrirla onestamente al pubblico.[…siamo tre donne, tre madri, tre mogli e se siamo in grado di portare avanti una famiglia, possiamo tentare di farlo anche con una “compagnia teatrale…”]Il Trio le Capinere si è sempre autoprodotto, non per presunzione ma per questa semplice “battuta” venuta fuori spontaneamente durante una delle tante recite di Variegato.
Perciò nulla togliendo alle prestigiose agenzie, per noi produrre, promuovere e/o organizzare eventi musicali, non è stata una scelta ma una conseguenza che ha risposto ad una richiesta di cari amici e colleghi.
Ad allargare i confini delle nostre competenze poi, ci hanno pensato altri amici e vale a dire professionisti nel campo della comunicazione digitale, fotografi, registi, costumisti, fonici, tecnici, commercialisti, critici d’arte, scrittori, giornalisti e tanti altri che, con grande entusiasmo, hanno accolto il nostro invito a far parte della famiglia delle Capinere!
Cosa ci guadagnamo?
Una possibilità in più per andare in scena… e per noi non è poco!!
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La
Galleria
Un percorso fotografico dei nostri spettacoli in giro per l’Italia.
Clicca sul biglietto per vedere tutte le foto dello spettacolo Variegato.
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la Musica.
PARLAMI D’AMORE… MARIU’! E’ proprio l’amore infatti, il protagonista dello spettacolo “Variegato: un(a) varietà di suoni e di parole”interpretato e scritto dal Trio Le Capinere. Un amore variegato appunto, ma solo nei dettagli delle storie perché nel modo di percepirlo, questo sentimento, è assolutamente uguale per tutti. Le Capinere nel loro spettacolo o meglio nel loro concerto rappresentato prendono in prestito la canzone d’autore italiana che va dagli anni ‘20 agli anni ’50 riarrangiandola musicalmente con strumenti e ritmi musicali particolari, propri di un trio istrionico e con doti di spiccato polistrumentismo. Mille lire al mese, tu vo fa l’americano, in cerca di te, Malafemmena, il tango delle Capinere e molti altri brani presentati nello spettacolo e nel disco, diventano pertanto un commento d’arte, un pretesto per parlare d’amore, di quest’amore e di quell’amore che rappresenta in modo immortale, il vero motore della vita.
E’ possibile acquistare il CD contenente tutte le tracce dello spettacolo VARIEGATO contattandoci alla mail
ass.cult.lascatolasonora@gmail.com
la Musica.
PARLAMI D’AMORE… MARIU’! E’ proprio l’amore infatti, il protagonista dello spettacolo “Variegato: un(a) varietà di suoni e di parole”interpretato e scritto dal Trio Le Capinere. Un amore variegato appunto, ma solo nei dettagli delle storie perché nel modo di percepirlo, questo sentimento, è assolutamente uguale per tutti. Le Capinere nel loro spettacolo o meglio nel loro concerto rappresentato prendono in prestito la canzone d’autore italiana che va dagli anni ‘20 agli anni ’50 riarrangiandola musicalmente con strumenti e ritmi musicali particolari, propri di un trio istrionico e con doti di spiccato polistrumentismo. Mille lire al mese, tu vo fa l’americano, in cerca di te, Malafemmena, il tango delle Capinere e molti altri brani presentati nello spettacolo e nel disco, diventano pertanto un commento d’arte, un pretesto per parlare d’amore, di quest’amore e di quell’amore che rappresenta in modo immortale, il vero motore della vita.
E’ possibile acquistare il CD contenente tutte le tracce dello spettacolo VARIEGATO contattandoci alla mail